Sintonia
- Guido Pizzorno
- 6 nov 2018
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 10 mar 2019
I colli di Nana e des Fontaines sono stati benevoli e la discesa a Valtournanche, nonostante un po’ di pioggia, è scappata via veloce.
Ancora due tappe, cento chilometri.
Per la prima volta in questa avventura penso che, forse, ce la farò davvero.
E immediatamente, per la prima volta, arriva la paura che qualcosa possa andare storto: un piede appoggiato male, un ginocchio che ne ha abbastanza, la testa ...
Sento la voglia di arrivare a Courmayeur il prima possibile e, nel contempo, il desiderio che questo sogno, questa vita parallela non abbia mai fine.
Mangio con calma. Poi decido di partire subito. Voglio avere il tempo di affrontare, eventualmente, qualche imprevisto.
La Pattina scuote la testa, non vuole che io riparta senza dormire ancora un po’. Sa che questa mattina ero talmente ubriaco da non tenere la direzione.
Una lacrima scende dagli occhi lucidi. Ha paura.
“Ma Patti, è il mio gioco questo! Non mi metterò nei guai!”.
Un passo dietro l’altro, al ritmo lento dei pensieri, in questo bosco di fate. Massi ricoperti di morbido muschio. Le voci degli animali che si preparano al sonno. La diga del lago di Cignana incombe tetra sulla valle. Passata la Finestra d’Ersa scendo tra distese di cespugli argentati che risplendono alla luce della frontale.
Sono nuovamente in sintonia con l’ambiente che mi circonda, nulla di più, nulla di diverso.






Commenti