Base vita Gressoney
- Guido Pizzorno
- 5 nov 2018
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 30 mar 2019
Resto a riposare in base vita sino al limite della chiusura del cancello orario.
Ieri ho tirato per ventidue ore con poche e brevi soste.
Sono quasi le tre quando esco nella luce fioca dei lampioni.
Una decina di zombie mi precede.
È evidente che noi in retroguardia siamo oggetto di un esperimento: può un individuo, magari avanti con gli anni, resistere ad una prova a cui non è assolutamente preparato? Ti pare di aver raggiunto il limite e, invece, il miracolo accade. Come se il corpo dicesse al cervello: "Io non ne posso più ma tu non farci caso, vai avanti". Nella salita durissima all’Alpenzu le forze ritornano. Passo il controllo al rifugio, bevo un goccio di tè e riparto deciso, superando molti concorrenti. Percepisco senza vederla la massa del Testa Grigia. Le placche riflettenti delle bandierine danzano ipnotiche in una lunga teoria verso il cielo senza luna. Il sonno. Sapevo sarebbe arrivato. A stento riesco a stare sul sentiero. Cammino a occhi chiusi e ad ogni curva rischio di volare di sotto. Fortunatamente l’alba arriva. E mi lancio a bomba su Champoluc!





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