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Bilanci

  • Guido Pizzorno
  • 4 nov 2018
  • Tempo di lettura: 1 min

Primo bilancio. Cogne. 105 km.

Sono passati già due giorni, a spasso tra le montagne, senza dormire ma ancora pieno di energie. Un gioco di muscoli e cardiorespiratorio, un “pochino” più lungo di quello che sono abituato a fare.


Secondo bilancio. Donnas. 150 km.

Poca salita, solo un colle, poi trenta chilometri in discesa. Se conservi ginocchia e caviglie hai fatto un buon lavoro.


Terzo bilancio. Gressoney. 205 km.

Ecco. A questo punto cominci a leccarti le ferite. Non importa solo arrivare. L’esito dell’avventura dipende da come ci arrivi a Gressoney. Devi aver fatto le cose per bene.


La Patti mi costringe a ripulirmi e a mangiare. Poi inizia a rompere: “Non perdere tempo, devi dormire!”. Mi aiuta a restaurare i piedi e a preparare lo zaino.

Poi mi avvolge nella coperta, steso in un angolo tranquillo del palazzetto.

“Hai solo due ore!”


Va bene va bene.

Come sempre.

Cinque secondi.

Dormo.

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